“I morti e gli ergastolani hanno una cosa in comune,
non temono i processi.
I morti perché non possono finire in galera.
Gli ergastolani perché dalla galera non escono più”.
PRO PATRIA
senza prigioni, senza processi
di Ascanio Celestini
Chi ruba una mela finisce in galera anche se molti pensano che rubare una mela è un reato da poco. E chi ruba due mele? Chi ne ruba cento? Quando il furto della mela diventa un reato? C’è un limite? C’entra con la qualità della mela? La legge è uguale per tutti e i giudici non si mettono a contare le mele. La statua della giustizia davanti al tribunale ha una bilancia in mano, ma entrambi i piatti sono vuoti. Non è una bilancia per pesare la frutta. Sono le parole di un detenuto che sta scrivendo il discorso. Un discorso importante nel quale cerca di rimettere insieme i pezzi della propria storia, ma anche di una formazione politica avvenuta in cella attraverso i tre libri che l’istituzione carceraria gli permette di consultare. chiede aiuto a Mazzini. un Mazzini silenzioso e sconfitto
“Quand’è che l’avete capito che era finita, Mazzini?
Quando finisce la rivoluzione?
Finisce a roma nel ’49 con la fine della repubblica?
O con le insurrezioni degli anni ’50?
Con le impiccagioni e le fucilazioni di Belfiore che faranno guadagnare a Francesco Giuseppe il soprannome dell’impiccatore?”
Suono: Andrea Pesce/ Organizzazione Associazione Culturale Lucciola/Una produzione FABBRICA – in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria
Contatti: Paolo Gorietti – paolo.gorietti@tiscali.it